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Protesi di ginocchio, qualità di vita e sport

Cos’è la protesi del ginocchio?

La protesi di ginocchio è un rivestimento metallico per l’articolazione usurata del ginocchio sia al versante del femore che a quello della tibia con uno “spessore” di materiale plastico interposto che ne permette lo scorrimento e funzionalità.

Immagine schematica di protesi totale al ginocchio

Quando è indicato affrontare l’intervento di protesi al ginocchio?

Quando l’avanzamento dell’artrosi usura la cartilagine e deforma l’articolazione del ginocchio che perde il regolare scorrimento e funzionamento e provoca quindi dolore e limitazione della deambulazione.

Immagine intraoperatoria di grave usura cartilaginea ed artrosi e successivo impianto protesico

Se si aspetta molto cambia qualcosa per l’intervento?

Se l’articolazione ha già usurato tutta la cartilagine, prosegue il cammino con l’usura dell’osso che sta sotto la cartilagine e squilibra sempre di più i legamenti del ginocchio. Oltre un certo limite questo rende necessario l’impianto di protesi più invasive sull’osso, protesi vincolate.

L’intervento è molto invasivo?

L’invasività base dell’intervento è legata alla resezione/scolpitura dell’osso usurato della tibia e del femore che viene asportato per permettere l’impianto di una protesi che ha superficie lisce come quelle della cartilagine sana. Le tecniche si sono evolute per permettere di ridurre l’incisione e l’aggressione dei tessuti, l’accurato e specifico studio preoperatorio può ulteriormente ridurre l’invasività.

È vero che non si piega o si piega poco il ginocchio dopo l’intervento?

Con intervento correttamente eseguito una flessione insoddisfacente può verificarsi in percentuali molto basse che possono comunque essere trattate, l’evoluzione delle protesi in particolare con modelli conformati in modo specifico per il diverso sesso (le donne hanno conformazione ossea diversa dall’uomo) hanno permesso di ottenere recuperi in passato ritenuti impensabili per un paziente con protesi del ginocchio.

Protesi di ginocchio. È vero che esistono protesi specifiche per la donna Gender (specifiche per la donna).

L’evoluzione delle protesi di ginocchio ha portato ad analisi più accurate dei pazienti da vari punti di vista e non ultimo la conformazione strutturale ossea che presenta variabili fra l’uomo e la donna (che presenta di solito una conformazione ossea del femore che entra a costituire l’articolazione del ginocchio).

Sono quindi state disegnate e prodotte le cosiddette protesi gender conformate per meglio adeguarsi ed “abbracciare” la conformazione ossea della donna a livello femorale.

Protesi di ginocchio e materiali: di che cosa è fatta una protesi di ginocchio?

È costituita da leghe metalliche con componente principale di titanio. I materiali sono testati biocompatibili, così come lo sono gli impianti dentali.

Fra le due superficie metalliche è interposta una componente di un speciale materiale plastico ad elevate resistenza (polietiliene) che facilita lo scorrimento dei capi ossei evitandone l’usura precoce. I tentativi di creare protesi senza questa componente hanno prodotto fallimenti precoci accompagnati da liberazione nociva di materiale metallico nei tessuti e sono quindi stati abbandonati.

Immagine di protesi di ginocchio su modello

Protesi di ginocchio: tecnica chirurgica e bilanciamento dei legamenti sono la base per un buon risultato?

L’impianto di una protesi è un gesto apparentemente semplificato, ma che richiede un corretto e completo approccio tecnico per portare ad risultato funzionale biomeccanico soddisfacente.

Occorre infatti, oltre ad eseguire una corretta resezione ossea, per un adeguato allineamento dei capi ossei ottenere un corretto bilanciamento e stabilità dei legamenti che deve essere costante nell’arco della flesso-estensione del ginocchio ed un corretto e congruente Tracking / scorrimento della rotula sul femore.

Protesi di ginocchio e fallimenti, quali sono le cause principali di insuccesso / fallimento di una protesi?

Le cause di fallimento od insuccesso di una protesi possono dipendere sia dal chirurgo che dal paziente.

Una tecnica chirurgica inadeguata con resezioni ossee non ottimali, bilanciamento inadeguato dei legamenti che stabilizzano una protesi, inadeguata stabilità o franca instabilità rotulea possono creare dolore, instabilità e difficoltà all’articolarità ed alla deambulazione prima che si verifichi un precoce “scollamento” della protesi dall’osso, la mobilizzazione.

I fattori che dipendono dal paziente come rischio aumentato di fallimento sono l’osteoporosi, il sovrappeso/obesità che aumento sia il rischio di usura e mobilizzazione precoce che quello di infezione post-operatoria, l’utilizzo eccessivamente gravoso della protesi (sport in carico tipo corsa o sovraccarichi articolari).

È vero che rimane il dolore dopo l’intervento?

La persistenza di dolore di solito è legato ad un problema che può essere della protesi o del paziente, nella maggior parte dei casi una protesi correttamente impiantata permette dopo alcuni mesi di recuperare la funzione con dolore minimo od assente. Il tempo di recupero e riduzione del dolore varia da paziente a paziente, lo stato infiammatorio e la durata della “sofferenza” preoperatoria di solito allungano il recupero dopo l’intervento.

Quali sono le innovazioni tecniche?

La chirurgia protesica del ginocchio è in continua evoluzione per ridurre l’invasività e quindi le relative complicanze sul paziente oltre all’ottimizzazione e pianificazione del gesto chirurgico.

In quest’ultimo ambito sono stati utilizzati il supporto robotico su cui esistono controversie sull’evidenza scientifica del reale beneficio e l’evoluzione della pianificazione preoperatoria con studi con TAC anche tridimensionale e ricostruzioni che possono permettere un accurato dimensionamento delle componenti (anche custom made/personalizzate) e di approntare uno strumentario di resezione ossea dedicato.

Immagine di studio preoperatorio con TAC tridimensionale e simulazione delle resezioni ossee pianificate per l’impianto protesico

Qual è la durata di una protesi di ginocchio?

La durata media è superiore ai 10 anni in oltre il 90-95% dei casi con un corretto impianto da parte del chirurgo ed un corretto utilizzo da parte del paziente e può superare in alcuni casi anche i 20 anni.

Immagine di protesi mono compartimentale al ginocchio

Si può cambiare la protesi quando si è usurata?

Sì, con la cosiddetta revisione della protesi. Può essere molto semplice se si è usurato solo il materiale interposto di scorrimento, più complessa, ma possibile quando con il tempo la protesi si “scolla”/mobilizza dall’osso.

Immagine radiografica di protesi di ginocchio da revisione

Immagine radiografica di protesi di ginocchio da revisione

È possibile sostituire solo una parte dell’articolazione?

Sì, è corretto se è usurata o “infartuata”. La cosiddetta osteonecrosi del ginocchio può colpire una parte specifica del ginocchio che se non recupera continua a creare dolore e limitazione funzionale e deambulatoria nel paziente.

Immagine radiografica di grave artrosi con varismo del ginocchio

Immagine radiografica di ostetomia correttiva di Tibia. Controllo a distanza con consolidazione ossea

Si può avere un rigetto da allergia alla protesi?

In percentuale molto limitata di casi i pazienti possono presentare un’intolleranza ai materiali della protesi per quanto testati e compatibili per tutti gli altri pazienti. Esistono test da eseguire prima dell’intervento che possono verificare questa predisposizione. In questo caso esistono speciali impianti protesici anallergici.

Immagine di protesi anallergica

Esistono rischi per chi si sottopone all’intervento?

Come ogni intervento maggiore articolare esistono purtroppo rischi correlati all’intervento (es. sanguinamento post-operatorio, flebiti, infezioni, mobilizzazioni precoci della protesi ed intolleranza alla protesi), ma anche adeguate contromisure (terapie e chirurgia mini-invasiva per ridurre il sanguinamento, terapie anticoagulanti, tecnica chirurgica accurata e pianificata, terapia antibiotica e screening di infezioni latenti del paziente, valutazione preoperatoria di allergia ai metalli della protesi) che possono ridurli grandemente. È estremamente importante valutare le condizioni del paziente in modo da farlo arrivare nelle migliori condizioni possibili all’intervento. In questo campo oltre alla conoscenza della tecnica chirurgica è di estrema importanza anche la valutazione complessiva del paziente con l’obiettivo di portarlo all’intervento nelle migliori condizioni generali possibili.

È possibile anche praticare sport con una protesi?

Sì, è possibile praticare sport anche impegnativi come tennis e corsa che tuttavia sono sconsigliabili perché portano ad un‘usura precoce/accelerata della protesi. In linea generale camminate, trekking leggero, nuoto, bicicletta ed attività simili compreso uno sci per chi ha una buona padronanza della tecnica sono possibili senza creare un’usura accelerata. Sport che implicano cicli ripetuti con carichi importanti o balzi (ad esempio corsa, tennis e calcio) possono essere potenzialmente praticati, ma portano ad un usura/fallimento precoce della protesi e quindi sono sconsigliati.

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